ACCOGLIERE = offrire uno spazio d’ascolto non medicalizzato, all’aperto e nella natura
SENZA PREGIUDIZI = sostenere i giovani nell’”uscire fuori” superando la paura di chiedere aiuto e i pregiudizi sulla figura dello psicologo, a partire dalla messa in discussione di tali pregiudizi da parte dello psicologo stesso.
L’obiettivo principale che abbiamo portato avanti fin da subito è quello di intercettare i giovani che faticano a chiedere aiuto nei contesti tradizionali di cura, ma che sentono il bisogno di un supporto psicologico.
E’ per questo che siamo “uscite fuori” in prima persona, proponendo l’incontro all’aperto, in un contesto non medicalizzato.
Il Parco è una metafora: ampliare il concetto di setting, metterlo in discussione, ripensare alla terapia, fare domande, farci domande e confrontare “la posizione terapeutica” con nuovi interrogativi.
Il nome dell’associazione richiama proprio la semplicità di quest’obiettivo: lo Psicologo è oggi anche al Parco.
La forza innovativa del progetto sta nel non limitarsi alla sofferenza e al disagio psicologico guardati esclusivamente nel setting tradizionale dello studio dello psicoterapeuta, ma nel proporre uno spazio di espressione e supporto non medicalizzato in un contesto naturale come quello del parco, dove il malessere dell’adolescente o dell’adulto possa trovare una disponibilità all’ascolto non connotata da etichette e da pregiudizi talvolta impliciti nei contesti tradizionali di cura.
Oggi, il desiderio che anima l’associazione, a due anni dalla sua nascita, ha preso una forma più definita, ma rimane fedele alla mission iniziale: sperimentare una nuova modalità di prendersi cura della sofferenza.
Prendersi cura non significa dare rimedi al malessere psicologico e inventare soluzioni per anestetizzare la sofferenza, ma essere disponibili e aperti a un incontro reale con l’altro che, come tale, è altro da sé.